Powered By Blogger

Benvenuto ai lettori di fataturbina

La verità esiste per il saggio,
la bellezza per il cuore sensibile,
ENTRAMBE
si appartengono.

L.van Beethoven

giovedì 27 maggio 2010

La Musica presso gli antichi

GLI EGIZIANI:
Mentre ancora oggi,a distanza di tempo rimaniamo incantati nell'osservare le colossali statue raffiguranti i Faraoni,le sfingi e le titaniche piramidi,abbiamo scarse notizie dell'arte musicale di questo popolo.E' dai bassorilievi e dalle pitture murali che risulta che la musica abbia avuto una parte importantissima sia nei riti del culto che nella vita quotidiana;vi troviamo infatti rappresentate numerosissime  ARPE di diversa grandezza e forma, dalle più piccole che si suonavano in piedi,alle più grandi appoggiate su di un piedistallo.
Oltre alle Arpe sono raffigurati anche altri strumenti: CROTALI,CIMBALI,CETRE e FLAUTI semplici e Doppi.
Su certe pareti poi appaiono disegnati vari strumenti nell'atto d'essere suonati che ci fanno pensare ad una eventuale pratica di musica d'assieme,cioè in piccole orchestre.

martedì 11 maggio 2010

Un tramonto

: “Un Tramonto”
 Sopra la cresta della montagna resta una piccola quantità di luce,
Lì sta per un breve istante la sfera lucente
E sembra una creatura della terra, ma in breve tempo,
Più mutevole della luna,
si piega al declino la fantastica grande sua sfera,
o cono o mucchio di fuoco: fino ad affondare lentamente
persino una stella a distanza riesce a superare pienamente.

Repentino come svaniscono gli spiriti, è scomparso!
Una brezza simile a quella di uno spirito pervade tutto il bosco.
I rami, le frasche sono rimasti dritti, immobili
Così come immobile, si erge il vecchio tronco!
Ma della foresta freme ogni foglia in ogni parte,
e nelle sue profondità la caverna della fontana mormora      (Coleridge)
                                                                  

lunedì 10 maggio 2010


O Capitano! Mio Capitano! Il nostro viaggio tremendo è terminato,
la nave ha superato ogni ostacolo, l'ambìto premio è conquistato,
vicino è il porto, odo le campane, tutto il popolo esulta,
occhi seguono l'invitto scafo, la nave arcigna e intrepida;
ma o cuore! Cuore! Cuore!
O gocce rosse di sangue,
là sul ponte dove giace il Capitano,
caduto, gelido, morto.

O Capitano! Mio Capitano! Risorgi, odi le campane;
risorgo - per te è issata la bandiera - per te squillano le trombe,
per te fiori e ghirlande ornate di nastri - per te le coste affollate,
te invoca la massa ondeggiante, a te volgono i volti ansiosi;
ecco Capitano! O amato padre!
Questo braccio sotto il tuo capo!
È solo un sogno che sul ponte
sei caduto, gelido, morto.

Non risponde il mio Capitano, le sue labbra sono pallide e immobili,
non sente il padre il mio braccio, non ha più energia né volontà,
la nave è all'ancora sana e salva, il suo viaggio concluso, finito,
la nave vittoriosa è tornata dal viaggio tremendo, la meta è raggiunta;
esultate coste, suonate campane!
Mentre io con funebre passo
Percorro il ponte dove giace il mio Capitano,
caduto, gelido, morto.

Walt Whitman

Il mondo sottomarino,
Foreste al fondo del mare, i rami, le foglie,
Ulve, ampi licheni, strani fiori e sementi,
folte macchie, radure, prati rosa,
Variegati colori, pallido grigio verde,
porpora, bianco e oro, la luce vi scherza
fendendo le acque
Esseri muti nuotan laggiù tra le rocce, il
corallo, il glutine, l'erba, i giunchi, e
l'alimento dei nuotatori
Esseri torpidi brucan fluttuando laggiù, o
arrancano lenti sul fondo,
Il capodoglio affiora a emetter lo sbuffo
d'aria e vapore, o scherza con la
sua coda,
Lo squalo dall'occhio di piombo,
il tricheco, la testuggine, il peloso
leopardo marino, la razza,
E passioni, guerre, inseguimenti, tribù,
affondare lo sguardo in quei fondi
marini, respirando quell'aria così
densa che tanti respirano,
Il cambiamento, volgendo lo sguardo qui
o all'aria sottile respirata da esseri che
al pari di noi su questa sfera
camminano,
Il cambiamento più oltre, dal nostro
mondo passando a quello di esseri
che in altre sfere camminano.