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Benvenuto ai lettori di fataturbina

La verità esiste per il saggio,
la bellezza per il cuore sensibile,
ENTRAMBE
si appartengono.

L.van Beethoven

lunedì 8 febbraio 2010



Cari amici,
vi invio quanto abbiamo pubblicato oggi sulla home page di ADOC: il testo si commenta da se...
I prossimi giorni usciremo con altri documenti.
Grazie, e buonasettimana a tutti!
Joanne Maria Pini

http://www.docenti-conservatorio.it/index.php
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ADOC associazione Docenti di Conservatorio e IMP

SUI NUOVI LICEI

Carissime colleghe, cari colleghi,

giovedì scorso, 4 febbraio, il Consiglio dei ministri ha approvato il Regolamento sui Licei. Per esprimere un giudizio complessivo serio e fondato, attendiamo comunque la pubblicazione del testo definitivo del Regolamento.

Tuttavia, abbiamo il dovere di informarvi su quali sono state le nostre interlocuzioni e rendere noto il merito di esse.

Il 22 gennaio u.s. abbiamo incontrato presso il Ministero della Pubblica Istruzione un alto funzionario dell’Ufficio Legislativo dello stesso, all’uopo incaricato di accogliere nostri suggerimenti ovvero richieste di emendamento all’impianto del Regolamento del Liceo Musicale e Coreutico predisposto. Correttamente siamo stati messi al corrente dello stato dell’arte. Ci siamo resi conto immediatamente che si stava perseguendo la strada della completa omologazione del nostro percorso di formazione musicale e strumentale ai modi, ai tempi ed all’organizzazione dei percorsi di formazione delle altre branche del sapere. In netto contrasto con la sbandierata volontà di imprimere ai Licei Musicali un profilo “alto”, di fatto le competenze e le abilità in uscita, risultavano, a nostro avviso, incompatibili con la formazione di un musicista-strumentista professionista. Avrebbero potuto funzionare se fosse applicabile anche al nostro ambito l’assioma seguente: come il Liceo classico non forma grecisti (per esserlo bisogna iscriversi all’Università, dopo il Liceo), così il Liceo musicale non formerà musicisti (per questo bisognerà iscriversi al Conservatorio, sempre dopo il Liceo). Ma i musicisti sanno bene che questo non è possibile: il danno culturale che si produrrà sarà enorme e non sappiamo se sarà possibile porvi rimedio.

Inoltre, l’assoggettare i Conservatori al rispetto dei quadri orari, delle indicazioni sui profili e, quando saranno pubblicate, magari anche alle indicazioni sui programmi, è la negazione assoluta dell’autonomia delle nostre Istituzioni e quanto di più lontano possa esserci da quella atipicità che noi sosteniamo ma di cui il sistema fatica a comprendere la necessità.

Confessiamo di essere stati molto lusingati quando l’interlocutore ci ha detto che aveva ricevuto precise disposizioni dall’alto di tenere in massimo conto le nostre osservazioni e di predisporsi ad accogliere puntuali emendamenti, ma quando abbiamo capito che era impossibile modificare l’impianto dato, abbiamo posto fine all’incontro, ringraziando e dicendo che avremmo inviato a stretto giro le nostre osservazioni per iscritto.

Consultati gli altri componenti la Giunta Nazionale non presenti all’incontro, abbiamo deciso immediatamente ed unanimemente di dar segno tangibile di avere stima e rispetto delle intelligenze e delle competenze nostre ed insieme di quelle di tutta la categoria che ci onoriamo rappresentare e dunque di mantenere schiena dritta riaffermando le nostre convinzioni dettate da conoscenze tecniche specifiche, ed abbiamo inviato al nostro interlocutore la seguente nota:

“Preg.mo xxxxxxxxxxxx,

come ci eravamo impegnati, Le rimettiamo alcune brevi considerazioni, relative al testo del Regolamento sui Licei. Precisiamo che tutti i riferimenti fatti, per semplicità, ai Conservatori di Musica, debbono intendersi fatti indistintamente a Conservatori di Musica e Istituti Musicali Pareggiati.
Purtroppo non possiamo che ribadire quanto Le abbiamo rappresentato nel corso dell’incontro con la consapevolezza che questo nostro contributo assume più il valore di una testimonianza che quello di una richiesta di pochi, puntuali, minimi cambiamenti da apportare all’impianto dato.
Il fatto è che riteniamo imprescindibile il riconoscimento di una atipica peculiarità del percorso formativo musicale strumentale che non può essere omologato ai modi, ai tempi ed all’organizzazione dei percorsi di formazione delle altre branche del sapere, dell’educazione e dell’evoluzione dei giovani.
La nostra convinzione è che l’impianto configurato per il Liceo Musicale e Coreutico non funzionerà e contemporaneamente sfascerà definitivamente ciò che resta del vecchio secolare sistema. Si è scelto evidentemente di mettere su una macchina che produrrà magnifici dilettanti; questa macchina è ormai lanciata ed è chiaro che nessuno si azzarda a frenarla. Non ci resta, dunque, che ribadire che tutto questo avverrà contro il nostro parere tecnico. Tuttavia, nel caso in cui dovesse balenare una imprevista scintilla agnitiva su quanto sta per accadere nei fatti, articoliamo i seguenti punti a declinazione del nostro portato:

1) Occorre distinguere nettamente la preparazione di carattere generale da quella specificamente musicale. Pertanto, il Liceo musicale, a nostro parere, deve essere la modalità attraverso la quale gli studenti dei Conservatori possono conseguire un diploma di scuola media superiore stante il carico (assai rilevante) di studio necessario per l’acquisizione delle abilità strumentali specifiche.

2) Il Liceo musicale deve quindi essere ristretto alle sole discipline che possano attivarsi su classi di concorso afferenti a quelle curriculari generali già esistenti.

3) La frequenza del Liceo musicale deve essere riservata a studenti iscritti al Conservatorio di Musica. Non è necessario attivare alcuna nuova classe di concorso corrispondente agli attuali insegnamenti del Conservatorio, il quale resterà del tutto autonomo nella strutturazione dei percorsi di studio, con esclusione quindi della possibilità di emanare indirizzi generali per tali insegnamenti.

4) E’ possibile stabilire un livello di uscita, corrispondente a quello richiesto per l’ammissione al Triennio nei Conservatori di musica. Il superamento di tale esame di ammissione, unitamente al superamento dell’esame di maturità (vertente solo sulle materie curriculari generali), costituisce il titolo di maturità musicale.

Ringraziandola ancora per la sua squisita disponibilità e sensibilità nei confronti del nostro settore, Le porgiamo i nostri più
Distinti saluti

La giunta di ADOC

domenica 7 febbraio 2010



SUONO(definizione)
Nel vocabolario internazionale di elettroacustica,la compilazione del quale ha richiesto la collaborazione di autorevoli specialisti dei vari rami(fisica,psicologia,musicale ecc.),di ogni parte del mondo,è riportata la seguente definizione di "suono":


Il termine" suono"significa,tanto il fenomeno meccanico della vibrazione acustica che opera come stimolo dei sensi,quanto la reazione psicologica allo stimolo stesso.
Il suono, in sostanza,viene prodotto dalle VIBRAZIONI di corpi elastici,che si trasmettono all'elemento circostante( ARIA,ACQUA,MATERIALI SOLIDI...)propagandosi con andamento periodico a forma di onda.
Caratteri fisici del suono e forma dell'onda:
le caratteristiche del suono sono 3:
ALTEZZA:dipende dal n° di vibrazioni dell'onda sonora in un minuto secondo,detta FREQUENZA.Più alto è il n° delle vibrazioni e più ACUTO sarà il suono;più basso il n° delle vibrazioni e più GRAVE sarà il suono.Teniamo presente che il nostro orecchio non percepisce tutti i suoni.Si va da un minimo di 16 vibrazioni ad un massimo di ca 20.000;al di sotto dei 16 HZ(così viene definita la frequenza,da Hertz)abbiamo gli INFRASUONI(o subsuoni e più giù i rumori),tra i 16.000 e 20.000 HZ abbiamo i fischi e i sibili;dai 20.000 in su abbiamo gliULTRASUONI.
INTENSITA':questa qualità riguarda l'ampiezza dell'onda sonora e la distanza dalla quale si propaga,più ampia è una vibrazione e più forte sarà il suono,più piccola è la vibrazione e più debole sarà il suono.Va da se che la distanza influisce sull'udibilità.
TIMBRO:questa è la qualità più complessa da spiegare,prchè tante sono le cause che possono influire su di esso.Noi diciamo che è la voce caratteristica degli strumenti,data dalla forma diversa che assume una vibrazione.
Prima di tutto il materiale di cui è fatto lo strumento,che lo fa distinguere da un altro(sicuramente non confonderemo mai un violino con una tromba!!)
Secondo,quanti armonici riesce a produrre.
terzo anche la frequenza e l'intensità delle vibrazioni possono influire sul timbro.

giovedì 4 febbraio 2010

I NOMI DELLE NOTE
Il nome assegnato alle note della scala nei paesi latini deriva per le prime 6,dalle prime sillabe di ogni verso di un inno gregoriano a S. Giovanni,che forse Guido d'Arezzo adottava per far memorizzare l'intonazione della scala ai suoi allievi,dato che ogni verso iniziava un grado(una nota dell'attuale scala maggiore)sopra il precedente.questo ne è il testo:
UT:quaeant laxis
REsonare fibris
MIra gestorum
FAmuli tuorum
SOLve polluti
LAbii reatum
Sancte Iohannes
L'UT,venne in seguito sostituito dal DO(dalle iniziali di un teorico che di cognome faceva DOni),mentre si usò la sillaba SI dall'unione delle 2 lettere dell'ultimo verso.Nei paesi anglosassoni invece,la scala viene indicata con le lettere dell'alfabeto,a partire dal LA.Questa è l'equivalenza:
C - D - E - F- G A - B
DO - RE - MI - FA - SOL - LA - SI

martedì 2 febbraio 2010